Abbiamo intervistato Massimiliano Reggi, presidente del GRT che ci ha raccontato del filo rosso che lega tutte le attività e i settori di cui si occupa l’organizzazione.
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Quali sono le attività attualmente in corso del GRT?
In Somalia, continuiamo il nostro impegno a sostegno del settore della salute mentale, supportando l’ospedale psichiatrico Forlanini di Mogadiscio. Le attività includono la formazione in loco e da remoto, il supporto all’acquisto e utilizzo di farmaci in coordinamento con il Ministero della Salute somalo.
In Kenya, portiamo avanti tre iniziative in aree molto diverse del Paese, proseguendo un impegno decennale a tutto campo:
· Nella contea di Narok Air Jordan 1 Retro High Top 3, in terra Masaai, stiamo realizzando un progetto triennale in collaborazione con la Cooperazione Italiana per il contrasto alla violenza di genere e l’educazione alla salute sessuale e riproduttiva rivolto ad adolescenti e donne. Il progetto comprende attività nelle scuole, formazione e sostegno ai centri antiviolenza, incluso uno attualmente in fase di costruzione.
· Al confine con l’Etiopia, stiamo per avviare un nuovo intervento che integra sicurezza alimentare, formazione per operatori locali e protezione dell’infanzia, con particolare attenzione a famiglie vulnerabili desiderose di costruire percorsi di autosufficienza.
· A Nairobi prosegue il nostro lavoro con i bambini e le bambine di strada: offriamo percorsi di riabilitazione, reinserimento scolastico e familiare, formazione per le famiglie e sostegno alla creazione di attività lavorative.
In Italia, siamo attivi su diversi fronti:
· La Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Transculturale, oltre a seminari annuali aperti al pubblico.
· Il Centro Clinico Transculturale Integrato, dove collaborano psicologi, psichiatri, antropologi e mediatori. Accogliamo sia utenti privati, sia persone segnalate dai servizi o da altre realtà del territorio.
· Proponiamo formazione transculturale per operatori dei servizi e supervisioni cliniche per équipe marcus jordan net worth di altre organizzazioni.
· Sviluppiamo progetti di supporto psicosociale per minori stranieri non accompagnati e progetti sociali per la coesione sociale in contesti periferici della città.
· Tra i vari progetti segnalo in particolare “Sconfinati”, co-progettato con il Comune di Milano in collaborazione con i servizi del territorio e in particolare quello di Etnopsichiatria dell’Ospedale Niguarda, per la presa in carico sociale di persone senza fissa dimora con disagio psichico, spesso con background migratorio, aiutandole a ricostruire una vita più stabile, occupandoci anche degli aspetti amministrativi e alloggiativi.
Quali sono i cambiamenti rispetto alle origini del GRT e cosa è rimasto invariato?
Cosa è cambiato?
È cambiato il mondo: il contesto sociale, politico, i bisogni delle persone e la percezione della migrazione. Quando abbiamo iniziato, esistevano ancora i manicomi, solo per fare un esempio. Portavamo l’esperienza pioneristica della deistituzionalizzazione nella cooperazione, con professionalità, ma in un contesto che lasciava spazio allo spontaneismo; oggi operiamo in un contesto iper-burocratizzato e sempre più complesso nike sabrina 2 sneaker release date.
Cosa non è cambiato?
Non è cambiato il nostro impegno e l’attenzione all’altro, per la diversità, per costruire spazi di cambiamento con le persone e le comunità locali. Già dagli anni ’70 praticavamo la partecipazione attiva in ogni fase dei progetti. È rimasto centrale il nostro impegno per la difesa dei diritti umani e per la promozione della salute mentale. Continuiamo a costruire società più coese e resilienti. La formazione resta un pilastro fondamentale: abbiamo fondato la prima Scuola italiana di psicoterapia transculturale e continuiamo a proporre percorsi formativi fondati sull’esperienza, l’efficacia e il dialogo interculturale, utilizzando strumenti adeguati ai contesti, ma con un cuore di pensiero comune, da Via Padova Custom MSCHF x INRI Nike Air Max 97 Jesus Shoes , Cheap Poligo Jordan Outlet , nike air 270 cheap nike air max 270 white navy blue a Milano fino al centro di Mogadiscio.
C’è un filo rosso che lega tutte le attività di GRT?
Il GRT è impegnato nella difesa dei diritti umani e nella promozione della salute mentale, portando avanti una visione che guida le nostre attività sia in Italia che all’estero. Per noi, non esiste una netta separazione tra cooperazione, formazione e intervento clinico: sono tutte dimensioni interconnesse del nostro lavoro. Ciò che caratterizza profondamente la nostra organizzazione è proprio la capacità di mettere in dialogo ambiti e settori diversi in modo continuo e coerente. Questo significa, ad esempio, che promuoviamo momenti di formazione e autoformazione trasversali, che coinvolgono operatori attivi in contesti differenti: educatori e psichiatri che lavorano in Somalia dialogano e si confrontano con chi opera quotidianamente in Italia. Questa connessione non è solo teorica: molte delle persone che accogliamo nel nostro Centro Clinico Transculturale di Milano provengono proprio dai contesti in cui operiamo all’estero. Lavoriamo dunque lungo tutto il percorso migratorio – nelle fasi di pre-migrazione, durante il transito e all’arrivo – anche se sappiamo bene che si tratta di un percorso spesso non lineare.
Le competenze che sviluppiamo nei vari territori e contesti di intervento arricchiscono profondamente la nostra capacità di agire: nella presa in carico, nella cura, nella formazione, nella promozione del benessere individuale e collettivo. Questa visione integrata rappresenta uno degli elementi fondamentali del nostro operare: un filo rosso che tiene insieme tutte le nostre attività. A questa si affianca un’altra nostra costante: l’attenzione all’altro e alla diversità. Il nostro lavoro richiede la capacità di decentrarci, di mettere in discussione i nostri stessi riferimenti e modelli, e di adattarli alle realtà con cui entriamo in contatto.
È proprio grazie alla ricchezza e alla varietà delle nostre attività che possiamo crescere costantemente. Tutto ciò che facciamo è mosso da una visione comune: mettere al centro il benessere delle persone e delle comunità.
Come vedi il futuro del GRT?
Immagino un GRT sempre più integrato, capace di far interagire le competenze delle proprie operatrici e operatori sparsi per il mondo e di dialogare con contesti in continuo cambiamento. Per noi è fondamentale agire e riflettere, in un circuito virtuoso in costante crescita e miglioramento, insieme ai nostri pazienti, ai professionisti, ai soci e alle comunità – in Italia e all’estero. Auspico un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle nostre attività. Siamo sempre stati aperti alle iniziative nate dal territorio, purché in linea con i nostri valori, per le quali mettiamo a disposizione idee e competenze per costruire comunità di pratiche e di pensiero. In questa traiettoria, è fondamentale la formazione professionale e l’autoformazione intesa come percorso di apprendimento dal basso che genera saperi nuovi e risposte efficaci ai bisogni in continua evoluzione e mutamento.