DIECI per 100: cento anni di ricerca UNIMI

Il prof. Paolo Inghilleri, del consiglio direttivo di GRT, tra gli ospiti delle celebrazioni dei 100 anni di UNIMI.

SACCHETTO DI TERRA DI MIGRANTE
Martedì 19 marzo 

L’Università degli Studi di Milano ha inaugurato a settembre 2023 il progetto “DIECI per 100: Cento anni di ricerca UNIMI” per raccontare il secolo di storia dell’università tramite dieci artefatti significativi.

Sotto la guida della professoressa Angela Bassoli, il progetto sta esplorando la storia di UNIMI attraverso dieci (più uno) oggetti rappresentativi, parte del patrimonio dell’Ateneo: reperti archeologici, strumenti scientifici, campioni di laboratorio e modelli, che abbracciano un periodo che va dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri. Questi oggetti offrono una prospettiva inedita della storia dell’Università milanese e del continuo mutamento che interessa il territorio e la società.

Per il sesto incontro, come il sesto oggetto è stato scelto un sacchetto di terra, ritrovato tra i resti del tragico naufragio del 2015 e facente parte dei reperti studiati dal LabAnOF, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense di UNIMI, diretto da Cristina Cattaneo.

Il 18 aprile 2015 un barcone proveniente dalla Libia naufragava nel Canale di Sicilia. Quasi mille migranti trovarono la morte nelle acque del mare. Molti dei loro corpi rimasero per quasi un anno a 300 metri di profondità. Quando finalmente furono recuperati, l’impresa di dare loro un nome pareva insormontabile: non solo dal punto di vista scientifico, ma anche per i costi enormi e le difficoltà burocratiche, politiche e diplomatiche che coinvolgevano diversi paesi dentro e fuori l’Europa, nessuno dei quali voleva farsi carico di questa impresa.  Si trattava di un mucchio di corpi più o meno conservati e di resti scheletrici ammassati. E insieme ad essi, oggetti, tessuti, frammenti di cose appartenute a quelle persone morte.

“Era come se qualcuno avesse messo dieci scheletri in un sacco, lo avesse scosso ben bene e poi rovesciato sul ponte. Si chiamano “resti commisti”: l’incubo di ogni antropologo”.

Danilo De Angelis, docente di medicina legale, LabAnOFMarilisa D’Amico, docente di diritto pubblico e prorettrice delegata a Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti; Paolo Inghilleri, docente di psicologia sociale e Milena Santerini, del Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali dell’Università Cattolica di Milano e comunità di Sant’Egidio sono intervenuti in questo incontro per parlare di migrazioni e diritti umani.

Sacchetto di terra di migrante è stata un’occasione per riflettere sul ruolo della scienza e delle istituzioni di fronte alle tragedie del nostro tempo. L’incontro è stato pensato per interrogarci sull’importanza di ridare un’identità a coloro cui è stata tolta; restituire i corpi e gli effetti personali a chi subisce una perdita; permettere di dare un senso al dolore e alla morte di continuare a vivere.

L’incontro è stato preceduto da una lettura teatrale con testo di Eleonora Simula, studentessa di Lettere moderne, letto da Tiziana Moncada. In chiusura, intervento musicale con Silvia Zaru.

Per maggiori informazioni e richiesta di materiali relativi: centenario@unimi.it